
Non è un semplice cambio in panchina. Non è una banale notizia di calciomercato. L’imminente firma di Luciano Spalletti con la Juventus è un terremoto emotivo, un cortocircuito che colpisce al cuore una delle storie sportive più romantiche degli ultimi anni.
È una storia che parla di promesse infrante, di inchiostro sulla pelle, di orgoglio professionale e di un tempismo così drammatico da sembrare scritto da un regista.
Per capire la portata di questa scelta, bisogna smettere per un attimo di guardare la classifica e analizzare i sentimenti. Perché in questa vicenda, sono i sentimenti ad essere protagonisti.
La promessa e l’inchiostro
Giugno 2023. Luciano Spalletti è sul tetto di Napoli e d’Italia. Ha appena guidato la squadra a uno scudetto storico, atteso 33 anni, vinto con un gioco celestiale. Al momento del suo addio, pronuncia una frase che lo consacra a eroe eterno: “Non voglio giocare contro il Napoli, mettermi una tuta diversa da quella del Napoli”.
Non era una dichiarazione di circostanza. Era un voto. Era la spiegazione del suo “anno sabbatico”. Un legame così viscerale da rendere impensabile l’idea di tornare al Maradona da avversario.
Quel legame, Spalletti, se lo è marchiato sulla pelle. Il tatuaggio sull’avambraccio sinistro – lo stemma del Napoli con il numero 3 tricolore – è diventato il simbolo di quel patto di sangue tra lui e la città.
Oggi, quel voto è infranto. E non per una squadra qualunque. Per la Juventus. La rivale storica, l’antitesi sportiva, il “nemico” per eccellenza della tifoseria partenopea. È questa scelta a trasformare una decisione professionale in un atto percepito da molti come un tradimento. Come può l’uomo che si è tatuato il Napoli sul braccio, sedere sulla panchina bianconera?
Il riscatto del professionista ferito
Per capire, bisogna guardare oltre Napoli. Bisogna guardare a giugno 2025, alla macchia più recente sulla carriera di Spalletti: l’umiliante esonero dalla Nazionale italiana. Un fallimento che ha messo a rischio la qualificazione ai Mondiali e ha ferito profondamente il suo orgoglio.
Spalletti è un uomo di 66 anni all’apice della sua maturità tattica, ma non poteva chiudere la sua storia con una sconfitta così cocente. Aveva bisogno di un’occasione di riscatto. Immediata. Prestigiosa.
La Juventus in crisi, che cerca disperatamente di salvare una stagione e agganciare la Champions League, è quell’occasione. È la sfida perfetta per un uomo orgoglioso che deve dimostrare – prima a se stesso – di essere ancora uno dei migliori. Il contratto (breve, fino a giugno, con opzione legata ai risultati) non è un progetto a lungo termine: è una missione di salvataggio reciproca. Il professionista, ferito nell’orgoglio, ha messo a tacere il romantico.
Il conflitto: Gratitudine eterna e rabbia presente
Nulla di tutto questo, però, può cancellare la storia. La gratitudine di Napoli per l’uomo che ha realizzato l’impresa impossibile è e rimarrà eterna. Spalletti è stato l’architetto del sogno.
È proprio qui che nasce il conflitto nel cuore dei tifosi. C’è chi lo accusa, chi si sente tradito, ma c’è anche chi, a denti stretti, sussurra “Grazie di tutto e buona fortuna”. Si può separare l’uomo dal tecnico? Si può essere grati all’eroe dello scudetto e, allo stesso tempo, detestare l’avversario che indossa la tuta bianconera?
Napoli oggi è questo: un groviglio di sentimenti contrastanti. C’è anche chi ricorda come l’addio al Napoli non fu sereno, con le frizioni finali con De Laurentiis. Forse, sentendosi “messo da parte” dalla presidenza, Spalletti si è sentito liberato da quella promessa fatta alla piazza.
Un romanzo scritto dal destino: 7 Dicembre
A rendere questa storia quasi cinematografica è il calendario. Il destino ha fissato il ritorno di Luciano Spalletti al Maradona da avversario per il prossimo 7 dicembre.
Questa non è una data qualsiasi.
Esattamente due anni prima, il 7 dicembre 2023, Luciano Spalletti riceveva la cittadinanza onoraria di Napoli.
È un simbolismo potentissimo, quasi crudele. L’anniversario del giorno in cui la città lo adottava come figlio, consacrando il suo amore eterno, coinciderà con il giorno del suo ritorno da rivale. Quel giorno, il “cittadino” Spalletti varcherà i cancelli del Maradona per provare a sconfiggere il “suo” Napoli.
Quel giorno, la gratitudine per l’eroe che ha ricevuto le chiavi della città si scontrerà frontalmente con la rabbia per l’avversario del presente. E tutti gli occhi dello stadio saranno fissi su un solo uomo, e su quel tatuaggio che porterà sotto la manica della giacca.
Giulio Ceraldi
Forza Napoli. Sempre.
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