Gli azzurri in allenamento a Dimaro questa estate

L’emergenza infortuni in casa Napoli sta assumendo contorni sempre più preoccupanti, alimentando gli interrogativi sulla validità dell’attuale preparazione fisica.
L’ultima sfida di campionato contro il Genoa ha portato con sé l’ennesimo bollettino medico, con due titolari costretti allo stop per problemi muscolari: Stanislav Lobotka e Matteo Politano. Lo slovacco è uscito per una fitta nella zona dell’adduttore/pube, un infortunio muscolare che lo terrà ai box per 3-4 settimane. L’esterno offensivo ha accusato un affaticamento al bicipite femorale, rinunciando alla Nazionale per recuperare.

La lista preoccupante e i muscoli “sensibili”

Questi stop si aggiungono a una lista di infortuni da inizio stagione che ha riguardato diverse zone muscolari critiche:
Difensori Centrali: Alessandro Buongiorno e Amir Rrahmani (lesioni muscolari).
Laterali/Esterni: Mathías Olivera e Leonardo Spinazzola (entrambi rientrati contro il Genoa, ma fermati in precedenza anche per il muscolo soleo e il medio gluteo). Olivera, in particolare, aveva già subito un trauma al polpaccio.
Centrocampo e Attacco: Lobotka (adduttore) e Politano (bicipite femorale/soleo). Già nella scorsa stagione, i ripetuti infortuni al soleo e al bicipite femorale, muscoli tra i più sollecitati nel calcio, avevano lasciato dubbi.

Il dubbio: Metodologie e alta intensità

La frequenza con cui i calciatori azzurri incorrono in problemi di natura muscolare riporta l’attenzione sulle metodologie di allenamento ad alta intensità, tipiche delle squadre guidate dal tecnico Antonio Conte. Il regime di preparazione fisica imposto dal suo staff è noto per l’uso di carichi elevati e ripetute estenuanti, volti a costruire una resistenza superiore. Il rischio intrinseco di questo approccio è il sovraccarico, specialmente quando combinato con un calendario fitto, come il tour de force di sette partite in 22 giorni che attenderà il Napoli dopo la sosta.

La lunga lista di infortuni è il segnale che la preparazione fisica sia troppo intensa, portando il corpo oltre il limite fisiologico?
… Oppure si tratta di semplice sfortuna e di dati distorti?

A difesa del lavoro svolto, interviene spesso l’analisi dei dati statistici. Il dottor Canonico, responsabile sanitario del Napoli, ha in passato dichiarato che il club, pur essendo sotto i riflettori per ogni infortunio, ha in realtà una delle percentuali più basse di infortuni muscolari rispetto a due terzi della Serie A. Secondo questa visione i circa 15-20 infortuni totali della squadra sarebbero nella norma fisiologica di una stagione ad alta intensità e la percezione di “emergenza” sarebbe esagerata o distorta dalla risonanza mediatica.
Anche lo stesso Antonio Conte ha minimizzato il problema, affermando che “gli infortuni fanno parte del gioco” e che la priorità è “trovare soluzioni” con gli elementi a disposizione, spostando l’attenzione dai presunti problemi strutturali all’efficacia della gestione della rosa.
La sosta per le Nazionali offre al Napoli un momento cruciale per le terapie e la valutazione dei carichi. La sfida per lo staff atletico sarà dimostrare che il lavoro svolto ha costruito una resistenza duratura e che la recente sequenza di stop è stata solo un picco di sfortuna casuale e non un difetto sistemico della preparazione.

Giulio Ceraldi

Forza Napoli. Sempre.

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