Antonio Conte

L’impatto di Antonio Conte sulla panchina del Napoli ha avuto l’effetto di un uragano: mentalità vincente, gioco verticale e una squadra che, dopo sei giornate, comanda la classifica di Serie A in coabitazione con la Roma di Giampiero Gasperini. Chiamato per una “rifondazione necessaria”, il tecnico ha dato un’identità chiara alla squadra. Tuttavia, a fronte di un attacco devastante, i numeri evidenziano un dato in controtendenza rispetto al recente passato: la solidità difensiva.

I volti tattici del nuovo Napoli

Conte ha subito mostrato grande pragmatismo, alternando il 4-3-3 al più accorto 4-1-4-1 per esaltare la qualità del suo centrocampo. I principi cardine del suo credo – intensità, verticalità e aggressione – sono già ben visibili. La squadra domina il gioco, come dimostra il 60% di possesso palla medio, e sa come fare male in attacco.

Una difesa più vulnerabile, complici gli infortuni

Se l’attacco, guidato da un Rasmus Højlund in stato di grazia, è il fiore all’occhiello, la difesa sta cercando la sua quadratura. Rispetto alla scorsa stagione, conclusa con il titolo di miglior difesa del campionato con appena 27 gol subiti (una media di 0,71 a partita), l’inizio di stagione ha mostrato una vulnerabilità maggiore. Nelle prime sei uscite, il Napoli ha già incassato 6 reti, alzando la media a 1 gol esatto a partita.
Questo calo di rendimento non è casuale ed è fortemente legato alla situazione in infermeria. Conte ha dovuto affrontare una vera e propria emergenza nel pacchetto arretrato. L’assenza contemporanea di pilastri come Alessandro Buongiorno e un leader come Amir Rrahmani, entrambi fermati da problemi muscolari, ha costretto il tecnico a trovare soluzioni alternative e a perdere automatismi preziosi. Questa instabilità ha inevitabilmente pesato sulla capacità della squadra di mantenere la porta inviolata con la stessa continuità del passato.

L’attacco come soluzione, con Højlund re del gol

Fortunatamente, la potenza di fuoco del reparto offensivo ha mascherato queste difficoltà. Rasmus Højlund si è imposto come il leader indiscusso, un finalizzatore spietato il cui inizio di stagione è stato a dir poco esplosivo, come dimostra anche la doppietta allo Sporting e l’ultima rete al Genoa. La sua capacità di fare reparto da solo e di convertire in oro le occasioni create permette al Napoli di sopperire a qualche gol subito di troppo.

In conclusione, il Napoli di Conte è una squadra a due velocità: un attacco già di livello europeo e una difesa che, una volta superata l’emergenza infortuni, dovrà ritrovare la solidità d’acciaio che l’aveva contraddistinta. La vetta della classifica dimostra che la strada intrapresa è quella giusta, ma il prossimo passo per Conte sarà registrare la fase difensiva per rendere la sua creatura davvero imbattibile.

Giulio Ceraldi

Forza Napoli. Sempre.

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