
In Inghilterra, le trasferte dei tifosi di calcio sono gestite in modo radicalmente diverso rispetto all’Italia, il che spiega la quasi totale assenza delle criticità che portano al divieto di alcune trasferte. La chiave di questa differenza risiede in una combinazione di fattori storici, legislativi e culturali.
La risposta all’hooliganismo
Il Regno Unito ha affrontato il problema dell’hooliganismo in modo diretto e severo a partire dagli anni ’80, in seguito a tragici eventi come il disastro di Hillsborough del 1989. Questa “tolleranza zero” ha portato all’adozione di misure drastiche e durature:
Leggi specifiche e severe
Sono state introdotte leggi come il Football Spectators Act 1989 e il Football (Offences) Act 1991. Queste norme prevedono sanzioni severe per una vasta gamma di reati legati al calcio, come il possesso di armi o alcolici negli stadi, il lancio di oggetti, l’invasione di campo e i cori razzisti.
“Banning Orders”
L’equivalente inglese del Daspo, i “Banning Orders” sono emessi dai tribunali e impediscono ai tifosi violenti di partecipare alle partite, sia in casa che in trasferta. Spesso, chi ha un Banning Order deve anche consegnare il passaporto alla polizia durante i periodi di partite internazionali. La durata può arrivare fino a 10 anni.
Stadi moderni e sicuri
Gli stadi sono stati completamente rinnovati, eliminando le vecchie gradinate e introducendo solo posti a sedere. Questo ha reso più facile l’identificazione di comportamenti illeciti e ha migliorato la sicurezza generale.
Gestione e organizzazione delle trasferte
La gestione delle trasferte è un processo ben oliato che coinvolge club, forze dell’ordine e gruppi di tifosi.
Collaborazione tra club e polizia
Ogni club ha dei “Football Liaison Officers” (FLO) che lavorano a stretto contatto con la polizia locale e le forze dell’ordine delle città in cui la squadra gioca in trasferta. Questo canale di comunicazione costante permette di monitorare e prevenire potenziali problemi.
Biglietti nominativi e settori ospiti dedicati
I biglietti per le partite in trasferta sono venduti esclusivamente ai tifosi con un punteggio di fedeltà elevato, accumulato partecipando a un certo numero di partite casalinghe. I settori ospiti sono chiaramente definiti e separati, rendendo difficile l’infiltrazione di tifosi avversari.
Stewardship
Gli steward, figure professionali e qualificate, sono la prima linea di gestione all’interno dello stadio. Sono ben addestrati a gestire la folla e a disinnescare situazioni di tensione prima che degenerino, lavorando in sinergia con la polizia.
Nessuna “tessera del tifoso” in senso italiano
Non esiste una tessera come quella che ha creato tante critiche in Italia. La vendita dei biglietti per le trasferte è basata sulla storicità del rapporto tra tifoso e club, incentivando la partecipazione leale e continuativa.
Fattori culturali e sociali
Rapporto tra tifosi e club
I club inglesi, specialmente in seguito alle proteste contro il progetto della Superlega, hanno un rapporto più strutturato e di dialogo con le proprie tifoserie. Esistono i “Supporters’ Trusts”, associazioni di tifosi riconosciute che hanno un ruolo attivo e consultivo nelle decisioni della società.
De-radicalizzazione del tifo
Sebbene l’hooliganismo non sia completamente scomparso, ha perso il suo status di “fenomeno di massa”. Le “firm” (i gruppi organizzati di hooligan) sono state isolate, e la cultura del tifo si è evoluta, concentrandosi sull’esperienza della partita, sul canto e sul supporto alla squadra, piuttosto che sulla violenza.
Accessibilità e esperienza
I club inglesi lavorano molto sull’esperienza complessiva del giorno della partita. A differenza dell’Italia, i tifosi in trasferta sono visti come una parte essenziale dell’evento. I settori ospiti sono spesso gestiti in modo da garantire una buona visibilità e un’atmosfera positiva. Inoltre, la Premier League ha introdotto un tetto massimo di £30 per il prezzo dei biglietti in trasferta, un successo che ha aumentato la partecipazione e la soddisfazione dei tifosi.
Il confronto con l’Italia
Le criticità italiane derivano da un approccio diverso e spesso reattivo. Mentre in Inghilterra si è agito con un piano a lungo termine che ha trasformato la cultura del calcio, in Italia si è spesso ricorsi a soluzioni emergenziali come il Daspo (non sempre applicato con la severità inglese), i divieti di trasferta e l’uso massiccio di forze dell’ordine, senza una collaborazione strutturata e continuativa tra tutti gli attori coinvolti. Questo ha portato a una tensione costante tra le autorità e i tifosi, spesso visti come un problema piuttosto che come una parte integrante dello spettacolo.
Giulio Ceraldi
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