Perché poi, a pensarci bene, sapevamo che Conte “questo è”. Pochi fronzoli e tanto pragmatismo.

Il problema nasce dal nostro recente passato unito alla nostra innata indole distruttiva di quanto di bello abbiamo o abbiamo creato. Riuscimmo a trovare difetti anche al Napoli di Spalletti, nell’anno dello scudetto, reo di essere scoppiato da Udine in poi, con conseguente uscita rovinosa dalla Champions.

Siamo abituati al gioco dominante, avvolgente, a tratti straripante (vedi, appunto, alle voci Spalletti, Sarri e, per un po’, anche Gattuso ma senza dimenticare il primo Benitez ed il primo Mazzarri). Sappiamo che il Napoli di Conte è un cantiere aperto, un copione che ha trovato l’autore ma che resta ampiamente incompiuto. Ma tant’è. Siamo ancora primi in classifica. Vinciamo di misura ma vinciamo. E pazienza se prima e soprattutto dopo il gol di quasi ogni partita avremmo bisogno di qualche consulenza dal cardiologo per accertarci che tutto sia normale, visti i batticuore che questa squadra ci da quando si chiude e gli avversari (anche i più scarsi) sembrano riacquistare nuova linfa.

A me, personalmente, questo Napoli non diverte… ma mi appassiona sempre. Quello sì. Ma sarei bugiardo se dicessi che mi diverte. No. Quello no. Sì, qualche sprazzo di bellezza c’è sempre in qualche giocata ma niente di ché. Il pragmatismo contiano esige morigeratezza e sacrificio (per quest’ultimo domandare a Matteo Politano ndr). Poco spazio alla bellezza.

Per il resto, che dire?! Polemizzare addirittura sulla squadra prima in classifica mi sembra francamente eccessivo, fuori luogo, lunare. Siamo tifosi e dobbiamo adempiere alla nostra funzione nel migliore dei modi (sa un po’ d’aziendalismo ma ci sta, in questo mondo dove anche un tifoso deve tenere sempre un occhio al lato pratico delle cose, anche a discapito della pura fantasia e dei sogni). D’altronde veniamo pur sempre da quel famigerato anno orribile nel quale ci siamo ritrovati a dover ammettere che senza i punti conquistati dal francese (Garcia ndr) chissà dove ci saremmo trovati coi (pochi) punti che il secondo (tragico) Mazzarri e l’incosistente Calzona sarebbero riusciti a racimolare nell’arco dell’intera stagione…

Quindi, meno puzza sotto il naso (lo dico un pochino anche a me stesso) e facciamoci piacere sto c… di Napoli di Conte che, in fondo, resta sempre il Napoli. La nostra squadra del cuore.

Giulio Ceraldi

Forza Napoli. Sempre.

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