“La partenza del nigeriano è stata ampiamente digerita dalla piazza partenopea”.

Questa è una delle frasi più gettonate delle ultime settimane.

D’altra parte, dopo quelle foto e quei video che ritraevano Antonio Conte intrattenersi a lungo a chiacchierare col centravanti dello scudetto sul campo di allenamento a Dimaro, le notizie susseguitesi nei giorni successivi (e nelle ultime ore) hanno dato Víctor Osimhen sempre più vicino a vestire la maglia del Paris Saint Germain. Anche gli ultimi comunicati sul riposo per affaticamento muscolare del giocatore sanno più di preservazione cautelativa pre-vendita che di reale situazione d’infermeria.

Le ultime “stilettate” social su un Osimhen che non ha mai davvero imparato a parlare italiano, durante la sua esperienza in azzurro, ci restituiscono la solita piazza (meglio dire “una parte di essa”) collerica con chi va via e perciò fondamentalmente “reo” di qualcosa (non importa cosa ma qualcosa).

Io lo ricorderòsemore come (già scritto ad inizio pezzo) il centravanti dello scudetto. Quello che, pure nei periodi di rapporti burrascosi con società e tifoseria, non s’è mai risparmiato in campo, ha sudato quella maglia ed ha dato il meglio di sé.

A me basta e avanza.

Riconoscenza infinita ed un gigantesco in bocca al lupo per il terrore di tutte le difese: Víctor Osimhen da Lagos (Nigeria).

Sarà interessante capire se Lukaku (visto che tutte le altre piste sembrano essere tramontate) riuscirà a tornare quello dell’Inter Campione d’Italia con Antonio Conte, perché i numeri del belga, nel post “Andonio” della sua carriera, sono stati abbastanza modesti.
L’età avanza e non recede… insomma, vediamo.
E’ giusto vedere il bicchiere mezzo pieno, in fase di preparazione alla nuova stagione (le capacità di Conte, ecc.), ma è altrettanto giusto restare coi piedi ben piantati a terra. Sempre.

Giulio Ceraldi

Forza Napoli. Sempre.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.