E’ una stagione cominciata male e finita peggio. E si sa che al peggio non v’è mai fine (!).

Ieri (sabato) abbiamo assistito sostanzialmente alla passerella dei felsinei in quel dello stadio San Paolo/Maradona. Bologna che, tra l’altro, ha ampiamente meritato la qualificazione Champions, quest’anno, con una squadra, un gioco ed un allenatore (sigh) da applausi a scena aperta.

Quindi, fin qui ci può anche stare lo 0 a 2. Il punto, francamente (e per quanto mi riguarda), non è nemmeno più il raggiungimento dell’obiettivo minimo europeo. Allo stato delle cose non me ne può importar di meno.

Il punto è vedere una squadra che ormai si trascina stancamente in mezzo al campo, che da tanto, troppo tempo affida ai singoli lo straccio di azioni collezionate durante una stagione che vede, ad oggi, i campioni in carica avere quasi la metà dei punti della capolista in un anonimo e desolante ottavo posto.

Spalletti, nelle sue ultime dichiarazioni, è tornato a parlare della sua ex squadra, in occasione del Salone d’Onore del Coni: “Sull’addio al Napoli dico che ho i miei motivi per averlo fatto. Io voglio bene a tutti, perdono tutti ma non dimentico niente. Non dico perché sono andato via, ma non per paura”. C’è da aggiungere altro?

E allora a me dispiace, al di là di ipotetiche promesse non mantenute o altro, che la squadra abbia dato, avendo di fatto tirato i remi in barca, l’assist alla dirigenza, pur responsabile principale dello sfacelo di questa annata, di smarcarsi, agli occhi dell’opinione pubblica, dalle responsabilità di cui sopra per ricalcare il solito “refrain” degli ultimi vent’anni su “traditori & affini“.

Chi segue questo blog sa che non ci sono peli sulla lingua che tengano e, pur nell’ovvio rispetto delle persone (prim’ancora che dei ruoli che ricoprono) e con toni sempre civili, non si è mai fatto mistero dell’idea che questa gestione abbia raggiunto i limiti strutturali e che, per scelte gestionali (appunto), non possa andare più in là di così.

Ma dirò di più. L’attuale pantano nel quale ci si trova non sarà di facile risoluzione, l’anno prossimo, proprio a causa di modus operandi che, perpetuandosi, rinnovandosi non possono, per forza di cose invertire di granché l’attuale trend negativo. Questo anche a causa (o grazie, dipende da quale angolazione si guarda la situazione ndr) del livellamento del campionato. Proprietà come quelle del Bologna, della Fiorentina, della neopromossa Como (sì, anche loro, secondo me, potrebbero, in 2/3 anni, stupire, con la proprietà miliardaria che sta dietro questa squadra), unite alle “solite note”, creano una barriera che potrebbe mettere a nudo la struttura ultraleggera dell’organigramma azzurro, unita ad una programmazione sempre a breve termine ed ai soliti discorsi tecnici di natura prospettica.

Quindi, non cadiamo nel più banale degli errori di prendercela col “pianista” perché gli “spartiti” che suona semplicemente non li ha scritti lui. Quindi è comprensibile rischiare le note stonate ma senza mai perdere di vista chi quelle note gliele ha messe davanti.

Giulio Ceraldi

Forza Napoli. Sempre.

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