Ci sono due modi di vedere un problema.

Il primo è appellarsi agli episodi credendo siano la causa di tutto il resto.

Il secondo è guardare il problema da una prospettiva dalla quale lo si osserva ed analizza nella sua interezza.

Nel primo caso l’approccio è considerabile se lo status generale è buono e perciò il corto circuito riveste un ruolo determinante ma pur sempre nell’ambito della temporaneità.

Nel secondo caso va in discussione l’essenza stessa del tutto. La natura stessa in oggetto.

La scorsa stagione avevamo praticamente già vinto lo scudetto a marzo.

Più o meno in quel periodo (e forse anche prima) la dirigenza partenopea era al corrente delle intenzioni di allenatore e direttore sportivo di lasciare.

Discorso simile per Kim Min Jae. Il centrale difensivo rivelazione del campionato aveva una clausola rescissoria tutt’altro che proibitiva. Ergo si sapeva che pure lui, a meno di “proposte indecenti” di rinnovo, da parte del club azzurro, sarebbe andato via.

Sappiamo tutti com’è andata.

Andiamo al punto.

Abbiamo giocato quattro partite di campionato. Due con neopromosse, una con una squadra di mezza classifica ed una con la squadra che è arrivata seconda nello scorso campionato.

Col Frosinone abbiamo vinto e le prodezze di Osimhen hanno coperto qualche “magagna tattica” che pure s’era vista. Col Sassuolo l’espulsione “rivedibile” di Maxi Lopez ha sostanzialmente spianato la strada alla vittoria degli azzurri. Con la Lazio, dopo un buon primo tempo, siamo letteralmente naufragati coi biancocelesti disastrosi in tutte le altre uscite stagionali. Col Genoa, al di là dei bellissimi gol coi quali abbiamo acciuffato il pareggio per i capelli, non abbiamo fatto un solo tiro in porta per i primi 45′ ed abbiamo vagato in campo senza lo straccio di un canovaccio tattico che sia uno (non che nelle precedenti fosse andata tanto meglio, ma coi genoani ciò è apparso più evidente).

Vengo al sodo.

Oggi, 17 settembre, mi ritrovo a scrivere questo (quando la realtà supera l’ immaginazione):

Questo non è il mio Napoli. Questa è una squadra sconclusionata che si regge in piedi grazie alle iniziative dei singoli, con una preparazione atletica discutibile e (cosa più preoccupante) senza avere contezza di cosa fare col pallone tra i piedi.

Si salvi la stagione. Anche con decisioni radicali.

Questo è purtroppo il prezzo che ci si ritrova a pagare per la faciloneria con la quale si sono rimpiazzati gli uomini che hanno riportato lo scudetto in modo trionfale.

Questa situazione è grottesca.

Giulio Ceraldi

Forza Napoli. Sempre.

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