Sarebbe stato meglio non toccare nulla.

Continuare col condottiero di Certaldo, il soldato di Tongyeng (su, dai che non è difficile da intuire chi sia ndr) ed il regista delle operazioni di Firenze (uhm…e questo chi è?!).

I fatti, però, dicono altro e ci tocca ripartire dalla prima e più grande incognita della stagione 2023/24: Rudi Garcia.

Sarà, l’uomo di Nemours (Embè, oh! Oggi mi ha preso a luoghi di nascita! ndr), all’altezza di raccogliere l’eredità di Luciano Spalletti? E’ la domanda da un milione di dollari (lo so che l’euro vale di più, ma detta così fa più effetto… credo ndr) alla quale, oggi, possiamo soltanto anteporre l’ottimismo che un club come il Napoli si è guadagnato a suon di gol e record, nella scorsa stagione. Un credito che va esteso di diritto alla dirigenza, capace di operare un vero e prorio capolavoro progettuale e strategico (prim’ancora che sportivo), in barba alle logiche che la tifoseria (anche la più “lealista” ndr) avanzava e secondo le quali era un mezzo suicidio sportivo rinunciare in un colpo solo a tutto lo zoccolo duro, il blocco storico della squadra.

E invece…

E’ stato scudetto. Subito. Prepotentemente. Splendidamente.

E allora noi, piazza notoriamente “da zero a novanta e viceversa” nel giro di un battito di ciglia, cosa possiamo fare se non restare in fiducioso “stand-by” emozionale, istintivo?!

Tanti, tantissimi i nomi che girano intorno al Napoli. Come sempre, tra l’altro. Molti probabilmente frutto della fantasia di una stampa sempre più con l’acqua alla gola. Tradita dagli esperti (quelli veri, sempre più all’estero – anche italiani – e sempre meno da noi, infestati più che mai da “cazzari spara-cazzate” – stile “tanto, prima o poi, qualcuna pure l’azzecco con un pò di culo, no?!” ndr) i quali riescono a dare notizie che ormai travalicano le barriere linguistiche e bypassano le frontiere, nel maremagnum del web.

Mai come durante il calciomercato ci si rende conto che le vie tradizionali dell’informazione mostrano i duri segni del tempo. Scavalcate, subissate dalle notizie in tempo reale ed alle quali il classico sistema giornalistico (non soltanto sportivo), ormai obsoleto nelle sue modalita’ e nelle sue sorpassate gerarchie, non riesce piu’ a stare al passo.

Spesso si riciclano le notizie di altri perché pochi sono quelli rimasti a fare vero giornalismo “d’indagine”, intorno ad un sussurro, una voce, un indizio. Si resta col culo in poltrona a vagliare le notizie degli altri. Basta poi citarli, nei propri pezzi, e aggiungerci uno scarno commento ed ecco che la (pseudo) notizia e’ servita.

D’altra parte, a onor del vero, ma chi cazzo legge piu’, oggi come oggi?

Si legge, certo. Il titolo. Magari, al piu’ il sottotitolo e qualche riga, qua e la’, preferibilmente evidenziata in grassetto.

Quindi perché “sprecarsi” a buttare giù righe e righe di notizie, se poi ci sarà chi le condenserà in pochi titoli a scomparsa su un bel “reel” di Instagram o altrove?! Soprattutto considerando la miseria che un giornalista normale (non i “mammasantissima” della vecchia guardia ndr) guadagna per un pezzo (sempre che glielo pubblichino a sua firma e non di qualcun altro che ci mette il proprio “sigillo” soltanto perché è più quotato di te o perché “devi farti le ossa”…).

Insomma, ero partito con l’intenzione di scrivere di calciomercato e sono finito a parlare della fine di merda di buona parte del giornalismo (io che sono un semplice blogger, poi…).

E non ho affrontato il discorso delle “linee editoriali”… Altrimenti sai il tanfo che ne sarebbe venuto fuori?!

Vabbe’. Okay. Ho scritto abbastanza.

Godetevi il calciomercato (se ci riuscite ndr).

E non preoccupatevi. Il Napoli e’ forte e continuera’ ad esserlo. Anche quest’anno.

Giulio Ceraldi

Forza Napoli. Sempre.

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