
Ultimamente non sono particolarmente generoso di parole, quando c’e’ da buttare giu’ due righe. Me ne rendo conto.
Ma tant’e’.
Stasera sono qui, a scrivere due righe due su questa ennesima gioia che i ragazzi di Spalletti ci hanno regalato in quel di Roma.
E’ la serenita’, piu’ di qualsiasi altra cosa, a colpirmi di questa squadra. Ne parlavo con gli amici del Napulegno e de La Napoli Bene nel dopopartita.
L’undici azzurro sembra, a distanza di anni, ricordare (pur non essendone rimasto alcun “superstite” di quella avventura) la famosa massima di Rafa Sin prisa pero sin pausa.
Ed e’ esattamente cosi’.
Mai una volta che io abbia potuto notare un barlume, uno sprazzo d’ansia nelle giocate di Victor e compagni. Il loro e’ un moto uniforme, perpetuo, mai domo ma sereno, consapevole, quasi calmo.
E’ pazzesco arrivare alla conclusione che un gruppo cosi’ giovane (all’anagrafe e per tempi di assemblaggio) abbia raggiunto in un cosi’ breve lasso di tempo una consapevolezza di se’ da rasentare il raggiungimento d’una sorta di zen.
Magia? Alchimia? Le due cose combinate? Non saprei. Cio’ che so e’ che, ad oggi, il limite di questa squadra sembra essere uno solo: il cielo.
Ed il cielo e’ azzurro. Non a caso.
Giulio Ceraldi
Forza Napoli. Sempre.
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