Francamente, credo che noi tifosi non abbiamo capito niente.
Nonostante tutto.
Continuiamo, sotto pelle, a farci influenzare dalla tv, dai giornali, dal web.
Nonostante abbiamo più volte provato sulla nostra pelle l’affronto di una stampa quasi di regime che non perde occasione per tentare di instillare in noi il germe dell’inadeguatezza. Siamo “sportivamente insicuri”. Sempre invidiosi dell’erba del vicino. Sempre mossi dal dubbio che, tutto sommato, si poteva fare di più.
Ecco perché vincere a Napoli è impresa ardua. Missione (quasi) impossibile.
L’improvvisa e inaspettata accelerazione di ieri ci ha mostrato, ancora una volta, quanto poco veramente conosciamo il nostro club. La SSC Napoli.
Blateriamo nomi senza veramente sapere di cosa stiamo parlando. Vorremmo vincere a suon di colpi di mercato dai nomi altisonanti.
Ignoriamo colpevolmente il fatto che chi ci è di fronte, primancora che l’avversario da battere, è il potere del sistema calcio italiano. È chi se ne fotte delle sentenze e continua imperterrito ad attribuirsi quei due scudetti revocati ormai da un pezzo. Il potere di chi avvalla la gestione della sua curva ad un’organizzazione malavitosa. A chi si permette, col silenzio assenso delle autorità sportive e non di offendere ed umiliare.
E allora, qual’è la strada da percorrere?
Esattamente quella che il Napoli ha deciso di intraprendere.
Quella di un gruppo consolidato e confermato. Guidato da un tecnico che parla il linguaggio del bel gioco finalizzato al risultato ma senza compromessi al divertimento.
E allora ben vengano gli Ounas, i Mario Rui e chiunque altro la società deciderà di prendere.
Perché (mi ripeto) il Napoli deve cesellare, non ricostruire. Più che una scelta, un dato di fatto.
Se ancora non lo abbiamo capito vuole dire che non abbiamo capito praticamente nulla.
Se qualcuno, tredici anni fà, ha deciso di investire su un pezzo di carta, dal Tribunale Fallimentare, per portarlo dove ora è. Se qualcuno ha deciso di crederci, vuole dire che, nonostante i suoi (enormi) difetti, questo tizio sà il fatto suo.
Quindi, piantiamola una buona volta di parlare a vanvera e facciamo pace col passato.
Questa società, questa squadra sono destinate a grandi cose. E noi tifosi abbiamo il dovere di crederci.
Giulio Ceraldi
#ForzaNapoliSempre