NEW GAME (settimo numero)

Abbiamo dedicato spazio nelle precedenti puntate della rubrica sui migliori giovani talenti del Napoli in special modo a giocatori con caratteristiche offensive, escluso l’ultimo nostro protagonista trattato (Antonio Vergara) che comunque è un centrocampista più di costruzione che abile in interdizione. 

Ciò potrebbe far intendere che manchino gli interpreti difensivi di un certo livello, ma non è così, anzi, il ragazzo su cui puntiamo i riflettori oggi ha tutte le qualità giuste per emergere a buonissimi livelli.

E’ venuto quindi il momento di retrocedere di qualche metro sul rettangolo verde, prendendo in considerazione un difensore che molto si è messo in luce quest’anno, continuando un percorso di crescita iniziato sin dalla sua primissima apparizione in maglia azzurra: il suo nome è Benedetto Barba, classe 2003.

GLI INIZI

Dicevamo che già dal suo ingresso nelle giovanili del Napoli, Benedetto aveva mostrato grandi qualità, sbaragliando tanta concorrenza nei primi provini per ottenere questa prestigiosa maglia. 

Ha solo 10 anni quando viene scelto per la categoria “Esordienti” ma l’impostazione è già da difensore “nato”, anche se viene utilizzato indistintamente anche a centrocampo. 

D’altronde sin dalle precedenti esperienze, con i “primi calci” tirati a Caserta, denota un grande talento che lo fa letteralmente spiccare tra i coetanei. Qualità come la velocità di esecuzione, ma soprattutto di pensiero nelle letture di gioco, lo impongono all’attenzione generale: non è scontato vedere simili peculiarità nei bambini, che di solito a quell’età puntano, per farsi notare, più sull’agonismo, sui dribbling, spesso volendo pure strafare, bramosi di avere il più possibile la palla tra i piedi.

Barba invece è sempre pulito, ordinato, sa ragionare con la palla, e questo non accade solo quando viene impiegato da mediano; infatti gli allenatori capiscono che con tali doti potrebbe fare la differenza anche come difensore, dove la calma e la tranquillità, oltre all’intelligenza tattica, sono componenti sempre più fondamentali, visti i ritmi odierni nelle partite di calcio più o meno a tutti i livelli.

L’ESPERIENZA NEL NAPOLI

Nonostante sia stato penalizzato da alcuni infortuni, prima al braccio e poi al polso (situazioni magari non gravi ma che avrebbero potuto dal punto di vista psicologico incidere molto, visto come l’adolescenza amplifichi spesso e volentieri la visione di ciò che ti accade), Barba arriva alle soglie dell’Under 15 – la categoria un tempo denominata “Giovanissimi” – con le stimmate del predestinato, già adocchiato pure dai selezionatori della Nazionale. 

L’esordio con la maglia dell’Italia Under 15 avviene nel prestigioso Torneo delle Nazioni, dove il Nostro ha modo di misurarsi con i migliori pari età nostrani e internazionali. La spedizione a livello personale va bene: Benedetto mette insieme 4 presenze, con a referto pure un gol, che per un difensore è sempre un plus.

Scala le gerarchie con facilità, giungendo a un passo dal professionismo, che assaggia quando mister Spalletti lo convoca, a sorpresa, assieme ad Ambrosino in occasione della gara valida per l’Europa League contro i russi dello Spartak Mosca.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Molto stimato dall’allenatore della Primavera Frustalupi, viene praticamente subito inserito tra i titolari della sua classica difesa a tre, fino a diventarne un autentico perno.

Schierato come difensore centrale in una linea che ha preso forma nel tempo assieme al cugino d’arte Daniel Hysaj a destra e capitan Davide Costanzo braccetto di sinistra, Barba si è distinto per affidabilità, costanza di rendimento e tempestività negli interventi. In grado di infondere sicurezza, è un interprete moderno che comanda la difesa di autorità, senza tuttavia bisogno di alzare la voce.

A livello tecnico, può ricordare vagamente Caldara, ma per caratteristiche mi viene da associarlo di più al coetaneo Giorgio Scalvini, gran prospetto dell’Atalanta con la quale ha già accumulato diverse presenze in serie A ed esordiente pure nella “nuova” Italia di Mancini, per la medesima capacità di destreggiarsi in più zone del campo, ricordando il passato recente di Benedetto da mediano difensivo.

PROSPETTIVE FUTURE

Vado controcorrente rispetto ad altre riflessioni che avevo fatto nei confronti di Ambrosino eVergara – suoi compagni in Primavera che vedrei già proiettati a farsi le ossa altrove, lontano per il momento da Casa Napoli -, e dico che per Barba sarebbe probabilmente la soluzione migliore quella di rimanere nei ranghi giovanili da fuori-quota. 

Certo, con la speranza concreta di fare la spola con la Prima Squadra, d’altronde come detto l’allenatore Spalletti ha dimostrato di conoscerlo bene e apprezzarlo, ma nel suo caso un ulteriore anno a far da chioccia a compagni più giovani potrebbe servirgli per affilare il carattere e farlo crescere in personalità. 

Dirò di più, me lo vedo già fieramente con la fascia di capitano al braccio, pronto a duellare con i più forti giovani in circolazione in Youth League. 

Se poi, come Zanoli, saprà sfruttare le occasioni che gli si potranno spalancare davanti in orbita Prima Squadra, allora a maggior ragione un anno in più a Napoli si rivelerebbe la scelta più consona per il suo immediato futuro.

Gianni Gardon

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