LA TEMPESTA PERFETTA

E’ lo sport preferito di molti di noi. Quale? Quello di fare le cassandre. E’ più forte di noi.

Io lo avevo detto. Io lo avevo previsto. Io lo sapevo…

Ma mai nessuno che ci dia due numeri, però. Se non altro così tanto talento, nel prevedere l’imprevedibile (ai più, si capisce ndr), potrebbe essere donato anche a noi, poveri mortali, sotto forma di qualche buon ambo. Ma tant’è.

La verità è che nessuno, nemmeno un oracolo avrebbe potuto prevedere che sulla strada del Napoli, quest’anno, si sarebbe abbattuta tanta malasorte come mai nel recente passato. Nessuno avrebbe potuto pensare che, dopo un avvio promettente (eravamo secondi), sarebbe cominciato il crescente stillicidio degli infortunati e dei positivi al Covid-19.

Poi, dopo la sconfitta in Supercoppa, le voci insistenti sull’imminente sostituzione di Gattuso coi nomi dei papabili sostituti sulle prime pagine del Corsport e su tutte le testate giornalistiche sportive online, nazionali e locali. Le esternazioni al vetriolo di Gattuso nei post-partita. La rabbia che cresceva tra la tifoseria con le invocazioni alle dimissioni od all’esonero dell’allenatore. E, a continuare (dopo la breve parentesi della vittoria sulla Juve, in campionato), le polemiche di parte della tifoseria sullo staff medico azzurro e l’invocazione al ritorno del dott. De Nicola. Prima e dopo aggiungiamoci pure le polemiche sull’impegno dei giocatori e sulla new entry, nella speciale categoria di “pippa dell’anno” che fu di Hirving Lozano soltanto dodici mesi fa (o poco più), di Víctor Osimhen. Uno che, fino a prima degli infortuni, era già stato considerato un mezzo fenomeno (probabilmente esagerando anche in questo caso) da tutti o quasi i tifosi che oggi sparano a zero sul ventiduenne centravanti azzurro. Peccato che pochi sanno quanto l’emergenza in attacco (ricordiamo che fino a ieri Petagna, Mertens – appena rientrato da Anversa – e Lozano erano indisponibili) abbia obbligato lo staff medico partenopeo a rischiare Osimhen in campo già da qualche partita quando la tabella per il rientro graduale stabilita per Victór prevedeva un primo utilizzo giovedì prossimo, nel ritorno dei sedicesimi di Europa League col Granada. E invece si danno “sentenze definitive” di bocciatura sul ragazzo che, anzi, proprio per il prematuro utilizzo ha finito ieri per terminare il match contro l’Atalanta stremato. E’ caduto in quel modo scomposto e, battendo violentemente la testa a terra e perdendo conoscenza per ben due volte (finendo in ospedale ndr), sarebbe potuto costargli molto più caro di quanto non è stato.

Il tutto appare, soffermandosi su tutti questi episodi negativi del Napoli di questa parte della stagione, opera di una sorta di tempesta perfetta abbattutasi sulla squadra.

Passerà?

Non ho sfere di cristallo da consultare ma posso dire questo: da quel che ho visto (soprattutto nella ripresa) ieri sera…si può solo risalire. Lo so che non è semplice ma è proprio nei momenti più difficili che dobbiamo dimostrare attaccamento a questi colori, a questa maglia e a chi la indossa.

Continuare a sputare veleno su tutto e tutti non aiuterà nessuno. In primis noi stessi come tifosi.

E nonostante tutto questo… Nonostante le otto sconfitte in campionato siamo a +10 punti rispetto alla scorsa stagione, a tre punti dalla zona Champions e con la famosa partita di Torino (con la Juve ndr) da recuperare.

Ripartiamo da qui o almeno proviamoci.

Giulio Ceraldi

#ForzaNapoliSempre

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