C’è un momento, nella vita di ognuno nel quale si avverte la necessità di mettere i ricordi (anche i più belli) in uno scrigno, chiuderlo accuratamente e guardare avanti.
Ieri sera la mia sensazione è stata esattamente questa.
La trattativa all’ultimo minuto tra De Magistris e Maradona sul dove conferirgli la cittadinanza onoraria (Diego voleva la piazza, il Sindaco voleva tenersene lontano), lo show posticcio dell’improvvisato “direttore artistico” (nonché comico-copia-sbiadita – molto sbiadita – di Massimo Troisi) Siani hanno francamente impoverito una manifestazione che (adesso possiamo anche dirlo) definirla una forzatura sarebbe un eufemismo.
Forse le parole più sensate le ha dette proprio Diego. Lui è cittadino napoletano da quel 5 luglio 1984, quando salì le scale del San Paolo per avere il primo abbraccio dei tifosi.
L’evento di ieri sera non ha aggiunto né tolto nulla.
Personalmente Diego mi ha fatto tenerezza. L’ho visto, in un certo qual senso, “usato” dal sistema per fini propagandistici.
La città non ha disertato ma nemmeno “abboccato” riversandosi in massa nella piazza Plebiscito.
È andata com’è andata.
Ma adesso è ora di voltare pagina.
È il momento.
Per tanti, tantissimi motivi.
Primo fra tutti il Napoli. Questo Napoli.
Un gruppo che proprio ieri ha iniziato a lavorare tra le montagne di Dimaro. Un gruppo che ha incantato nella scorsa stagione e che promette anche di più per quella a venire.
E allora che tutti i riflettori illuminino questi ragazzi e che l’amore dei tifosi non venga più distratto da operazioni di marketing pubblicitario.
Che i nostri cuori azzurri vadano all’unisono solo per loro. I nostri ragazzi. Il Napoli.
Giulio Ceraldi
#ForzaNapoliSempre