Punto uno
Il calcio italiano continua ad ignorare il fenomeno razzismo.
Anche a Genova abbiamo assistito all’ennesimo ignobile spettacolo di un odio infetto nei confronti di una città, di una popolazione, primancora che nei confronti di una squadra di calcio.
La multa inflitta alla US Sampdoria conferma, una volta di piu, quanto una federazione guidata dal tipo dell'”optì-obdà” rappresenti, come meglio non si potrebbe, il momento socio-calcistico del movimento pallonaro peninsulare.
Siamo, nel loro inconscio distorto post-colonial-nordista, cani da bastone.
Peccato (per loro) che il popolo napoletano ha uno spirito ribelle quanto indomabile.
Ergo: andate a farvi fottere tutti quanti, così come state.
Punto due
Il Benevento ha meritatamente conquistato l’accesso alla finale dei playoff per la Serie A.
Se la giocherà col Carpi.
Le “streghe” possono scrivere la storia.
Non c’è cosa più emozionante di un derby.
L’importante è che la loro tifoseria eviti di accodarsi a certe abitudini becere della maggioranza dei tifosi di altre squadre (fratelli genoani esclusi) quando vedono i colori azzurri.
Punto tre
Pepe Reina stà probabilmente chiudendo il suo capitolo napoletano.
Al di là di ciò che accadde durante “la cena”, è forse giusto così.
Prolungare l’agonia di un portiere sul viale del tramonto sarebbe controproducente per entrambe le parti. È ora di voltare pagina.
Lo sò. Per i tifosi lui è il collante della squadra, uno che ha sposato la causa e tanto altro ancora.
Ma se basassimo le nostre valutazioni sul chi resta e chi và usando questi parametri avremmo ancora in rosa Grava e Montervino.
Il calcio è un’altra cosa.
Giulio Ceraldi
#ForzaNapoliSempre